Giolito, il designer che ha ideato la Multipla, l’ha definita una “esperienza”. Giolito è stato uno dei più interessanti designer della Fiat. Suoi sono i progetti della Multipla e della 500. Nata come concept car si basa su un telaio “space frame”, studiato per i modelli con volumi di produzione medio-bassi.
Conquista la fantasia di chi vuole un’auto fuori dal comune e che si contraddistingua per i suoi ampi volumi interni, adatti soprattutto per le famiglie numerose e per chi ama viaggiare in compagnia.
Se di esperienza si può parlare lo si deve per l’ampia visibilità, la facile guidabilità e la sensazione di gustare il viaggio senza l’assillo di arrivare prima, godendosi la comodità di sei sedili uguali.
Insoma nel 1998 la Multipla si impone come auto per chi se la vuol godere con una buona dose di snobbismo, viste le linee inusuali che tanto la fanno amare ma che al tempo stesso la fanno odiare: “Sarete belli voi”, fu lo slogan che seguì il lancio, frutto dell’ampia derisione mediatica.

Oggi, tuttavia, non si può più parlare di esperienza. Tutte le nostre azioni portano con se un bagaglio di nuove esperienze e la Multipla lo fu certamente negli anni di produzione e messa sul mercato. Gli amanti che usano e cercano la Multipla, e mi riferisco solo al primo modello, oggi lo fanno perchè è una passione.
Ci sono automobilisti che sono arrivati a possedere ben nove Mutlipla e lo scrivente ne ha possedute tre con quella attuale, che a mio vanto, è del 2000 ed è il primo modello di Multipla Bipower monocentralina.
Usare e mantenere una Multipla della prima serie può essere solo giustificato dalla grande passione che un’automobilista prova. Certo che le esperienze di chi l’ha provata si sono poi trasformate in passione, una passione data dalla sensazione di viaggiare ormai su una auto storica, che andrebbe preservata e conservata con passione, appunto.

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